Presentata la stagione del Nuovo Teatro Sanità, il teatro di un quartiere "a rischio" di Napoli sovvenzionato da privati, fra cui Roberto Saviano.
Quello che colpisce di più alla presentazione del cartellone del Nuovo Teatro Sanità di Napoli non è il lungo elenco di spettacoli ma l’aria di gioia. Accanto a Mario Gelardi direttore artistico del teatro, la vivacità di diversi giovani entusiasti e pronti a un nuovo anno, fanno percepire con forza che qui è il gruppo a dare corpo al progetto e valore sociale al percorso. Perché, e va detto, Nuovo Teatro Sanità non è solo uno spazio per fare impresa teatrale, ma è uno spazio nato per agire nel, per e con il territorio in cui vive: il quartiere Sanità, salito recentemente agli onori della cronaca per un omicidio di un ragazzo. Questo spazio è un'alternativa per il quartiere o prova con chiarezza ad esserlo. È una intensa sinergia di attori e giovani napoletani, che attori piano piano lo stanno diventando, uniti dalla magia del teatro.
Lo hanno capito le persone del posto che sostengono l’iniziativa socio-culturale, lo ha capito Riccardo Dalisi che ha regalato sue opere. Lo hanno capito una società che fa da sponsor sopperendo al mancato sostegno istituzionale (Optima Italia S.p.A., multiutility italiana attiva nel mercato dell’energia e delle telecomunicazioni). Lo ha capito la fondazione Alessandro Pavesi che con il suo sostegno consente la partecipazione gratuita ai laboratori per i bambini del quartiere, lo ha capito Gigi Finizio che dona parte delle entrate del suo libro al progetto. E soprattutto lo ha capito Roberto Saviano che affianca il suo nome al destino di questo spazio, non solo in articoli in cui difende la dignità teatrale di questo progetto (che si è visto negare i contributi statali per lo spettacolo), ma anche con un concreto impegno finanziario a quattro zeri. E la comunione di intenti con Saviano è stata espressa con chiarezza anche dal titolo dato alla rassegna Io vorrei essere qui che riprende proprio un’espressione pronunciata da lui durante la sua visita al teatro: “Se potessi scegliere dove stare io vorrei essere qui”.
Teatro come appartenenza ed espressione di una terra quindi, per creare menti libere da contesti di violenza e capaci di tirar fuori la propria creatività. In questa direzione tutti i laboratori per bambini e per adulti, le produzioni e gli spettacoli proposti nei fine settimana da ottobre ad maggio con protagonisti spesso giovani e tematiche di spessore sociale. Non a caso si inizia il 10 ottobre, con uno spettacolo di impegno civile: Giulio Cavalli presenta “L'amico degli eroi – Parole opere e omissioni di Marcello Dell'Utri", accompagnato dalle musiche dal vivo di Cisco Bellotti, leader storico dei Modena City Ramblers. Non mancano altre letture del reale come quella di Post fata resurgo in cui Gianfelice Imparato dirige il testo dello stabiese Cristian Izzo (anche in scena) che tratta la situazione delle fallite terme di Castellammare (dal 18 al 20 dicembre).
Il calendario ricco prevede poi anche spettacoli diretti dallo stesso Gelardi come “La grande tribù”, (17,18 ottobre) di Claudio Finelli. Con Michele Danubio e Riccardo Ciccarelli. Come “360°”, produzione del Nuovo Teatro Sanità, liberamente tratta da “Girotondo” di Arthur Schnitzler, con l'adattamento di Mario Gelardi che ne firma la regia insieme a Carlo Caracciolo e vede in scena, Carlo Caracciolo, Riccardo Ciccarelli, Cristiana Dell’ Anna, Annalisa Direttore, Fabiana Fazio, Annarita Ferraro, Carlo Geltrude, Irene Grasso, Gennaro Maresca, Alessandro Palladino (26-29 novembre). Con L’abito della sposa proposto in scena il testo di Mario Gelardi con Pino Strabioli e Alice Spisa diretti da Maurizio Panici (dal 29 ottobre al 1 novembre). Interessanti poi tra gli altri una serie di spettacoli che si intrecciano alla produzione cinematografica: dal 23 al 25 ottobre “Smile - La tua vita in 35 mm”, di e con la voce di Lalla Esposito che propone un percorso teatral-musicale tra vari film (pianoforte e arrangiamenti di Mimmo Napolitano, con Peppe Di Colandrea clarinetto e sax, Luigi Sigillo al contrabbasso). O anche “La Dora Film presenta”, progetto e regia di Antonella Monetti, un viaggio tra le immagini inizio novecento della casa di produzione cinematografica napoletana di Elvira e Nicola Notari (dal 13 al 15 novembre). O la rivisitazione di “Una giornata particolare”, scritto, diretto e interpretato da Michele Danubio, in scena con Laura Borrelli, liberamente tratto dall’omonimo film di Ettore Scola.
Inserito in rassegna anche uno spettacolo di danza, con tema attuale come Sex-ting con la regia e concept di Gennaro Maione, che tratta in movimenti e musica degli effetti dell'appartenere all’era virtuale sulla sessualità. Ancora tanti gli spettacoli (si può conoscere il programma completo su www.nuovoteatrosanita.it) ma oltre allo spazio dato ai vincitori del concorso indetto dal Nts Avviso Pubblico, vanno segnalati anche gli eventi della sezione Ones, serate speciali dentro e fuori il teatro: il 2 novembre è dedicato a Pasolini nel giorno della sua morte; riletture del Nuovo Testamento in chiese con il progetto Lui, il figlio – Altre storie in collaborazione con l’associazione Respiriamo arte; Diego De Silva e il suo spettacolo Sono contrario alle emozioni saranno in scena il 23 gennaio. Non mancano anche nuove date di Do not disturb, il teatro nel Grand Hotel Parker’s che ha avuto nella scorsa edizione successo. Una piccola rivalsa rispetto alla complessità di gestire quella complicata realtà, come altre non sostenuta dalle istituzioni.
La presentazione, dopo aver dato voce alla stagione teatrale, si sposta su un binario più critico. In particolare Mario Gelardi, deluso di esser stato escluso dai fondi ministeriali per le nuove compagnie con la motivazione che la proposta artistica è stata considerata scarsa, sottolinea quanto sia assurdo giudicare una qualità di un teatro che ancora non ha una sua storia, giudicare qualcosa che non è stato ancora realizzato: "Hanno bocciato il futuro", sottolinea. Un segno che è stato letto da lui come la prova che per queste commissioni il Teatro è una dimensione che esiste solo fino a Roma. Un non riconoscimento con conseguente solitudine in cui vengono lasciati, soprattutto nelle difficoltà, anche dalle altre istituzioni locali, come da comune di Napoli: assenza di sovvenzioni economiche o banali sostegni come di segnali stradali autorizzati che aiuterebbero a trovare il teatro. "Per esempio potrebbe essere carino -la butta lì Gelardi- che il Comune ci desse in gestione gratuita le due sale che qui vicino hanno messo in affitto", sale da utilizzare per attività per il quartiere. Una richiesta che viste le difficoltà finanziarie del comune, rappresentato da ben due assessori alla conferenza stampa (Alessandra Clemente ai giovani e Nino Daniele alla cultura), sembrerebbe difficile da soddisfare.